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Gigliola Alvisi presenta "La bambina con la valigia" per il Giorno del Ricordo


Come ha ricordato il Governatore del Distretto 2060 Anna Favero nella sua lettera mensile, il mese di febbraio ci riporta prepotentemente al tema della Pace. Tema quanto mai attuale, in un momento storico ove i conflitti locali rischiano di sfociare in tensioni internazionali. L’impegno per la costruzione della pace, per i rotariani, è sancito dall’art. 3 dello Statuto - Scopo del Rotary, ove al quarto punto recita: “Propagare la comprensione, la cooperazione e la pace a livello internazionale mediante relazioni amichevoli fra persone esercitanti diverse attività economiche e professionali, unite dall’ideale di servire.”

La Costruzione della pace e la risoluzione dei conflitti è la prima delle sette aree di intervento della Rotary Foundation, la prioritaria rispetto alle altre, in quanto richiama espressamente uno degli scopi dell’azione rotariana, forse la più difficile da perseguire e per la quale è più complesso immaginare dei progetti di respiro internazionale. “La pace è il terreno dove la speranza mette radici”, ricorda il Presidente Internazionale Gordon R. McInally. Tutti noi, quando agiamo in favore degli altri, siamo operatori di pace. Continuiamo a creare speranza nel mondo.

Il Giorno del Ricordo è una solennità civile nazionale, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, istituita per legge nel marzo 2004 con l’obiettivo di "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale".

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso del 9 febbraio scorso, ha parlato di “Un muro di silenzio e di oblio – un misto di imbarazzo, di opportunismo politico e talvolta di grave superficialità – si formò intorno alle terribili sofferenze di migliaia di italiani, massacrati nelle foibe o inghiottiti nei campi di concentramento, sospinti in massa ad abbandonare le loro case, i loro averi, i loro ricordi, le loro speranze, le terre dove avevano vissuto, di fronte alla minaccia dell’imprigionamento se non dell’eliminazione fisica. [...] Dopo aver patito le violenze subite all’arrivo del regime di Tito, quei nostri concittadini, dopo aver abbandonato tutto, provarono sulla propria sorte la triste condizione di sentirsi esuli nella propria Patria. Fatti oggetto della diffidenza, se non dell’ostilità, di parte dei connazionali.".

Continua il Presidente Mattarella: "Le loro sofferenze non furono, per un lungo periodo, riconosciute. Un inaccettabile stravolgimento della verità che spingeva a trasformare tutte le vittime di quelle stragi e i profughi dell’esodo forzato, in colpevoli - accusati indistintamente di complicità e connivenze con la dittatura - e a rimuovere, fin quasi a espellerla, la drammatica vicenda di quegli italiani dal tessuto e dalla storia nazionale. [...] I tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie e un danno inestimabile per la coscienza collettiva di un popolo e di una nazione. [...] L’istituzione del giorno del Ricordo - con tante iniziative da essa scaturite, con ricerche, libri, dibattiti - ha avuto il merito di riconnettere la memoria collettiva a quel periodo e a quelle sofferenze, dopo anni di rimozione. Ha reso verità a tante vittime innocenti e al dolore dei loro familiari. [...] Se non possiamo cambiare il passato, possiamo contribuire a costruire un presente e un futuro migliori. Il buon senso e l’insegnamento della storia chiedono di non disperderla ma, al contrario, di potenziarla, nell’interesse delle nazioni europee e del futuro dei nostri giovani.”.

Ospite del Rotary Club Cittadella, nella conviviale del 13 febbraio 2024 tenuta presso il Ristorante Due Mori, l'autrice Gigliola Alvisi ha presentato il suo libro "La bambina con la valigia. Il mio viaggio tra i ricordi di esule al tempo delle foibe." Ed. Piemme, destinato a far conoscere le foibe e l'esodo di istriani, fiumani e dalmati, a bambini e ragazzi dai 10 anni in su.

Il libro racconta la storia di Egea Haffner, una bambina di 5 anni costretta a lasciare Pola dopo la scomparsa del padre, rapito dalla polizia slava e inghiottito nelle spaventose voragini carsiche. Il racconto della Alvisi tiene accesa la luce della memoria e si fa simbolo della storia di chiunque ancora oggi sia costretto a lasciare la propria casa.

 

Gigliola Alvisi durante la presentazione del suo libro "La bambina con la valigia".


Tutte le foto della giornata sono disponibili, per i Soci, nella sezione dedicata alle gallerie fotografiche a cui si può accedere cliccando QUI.

 

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